Lettera San Paolo apostolo ai Romani - capp. 12-16 - Parrocchia Sant'Ignazio da Laconi Serramanna

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Lettera San Paolo apostolo ai Romani - capp. 12-16

Catechesi

Romani 12-16

Catechesi a cura del prof. Daniele Cordedda
Parrocchia Sant'Ignazio da Laconi
Serramanna, 16 maggio 2024
Romani 12
[1] Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.

[2] Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

[3] Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.

[4] Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione,

[5] così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.

[6] Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede;

[7] chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento;

[8] chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

[9] La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene;

[10] amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.

[11] Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.

[12] Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,

[13] solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.

[14] Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.

[15] Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.

[16] Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.

[17] Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.

[18] Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti.

[19] Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore.

[20] Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo.

[21] Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.

Romani 13

[1] Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio.

[2] Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna.

[3] I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode,

[4] poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.

[5] Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza.

[6] Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio.

[7] Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.

[8] Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge.

[9] Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

[10] L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.

[11] Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti.

[12] La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

[13] Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie.

[14] Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.

Romani 14

[1] Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni.

[2] Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi.

[3] Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.

[4] Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.

[5] C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali.

[6] Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio.

[7] Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso,

[8] perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.

[9] Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.

[10] Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio,

[11] poiché sta scritto
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.

[12] Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso.

[13] Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.

[14] Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo.

[15] Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto!

[16] Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete!

[17] Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo:

[18] chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini.

[19] Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole.

[20] Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo.

[21] Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.

[22] La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva.

[23] Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.

Romani 15

[1] Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi.

[2] Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo.

[3] Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.

[4] Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza.

[5] E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù,

[6] perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.

[7] Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio.

[8] Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri;

[9] le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.

[10] E ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.

[11] E di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.

[12] E a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.

[13] Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.

[14] Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro.

[15] Tuttavia vi ho scritto con un pò di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che già sapete, a causa della grazia che mi è stata concessa da parte di Dio

[16] di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo.

[17] Questo è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio;

[18] non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere,

[19] con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo.

[20] Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui,

[21] ma come sta scritto:
Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.

[22] Per questo appunto fui impedito più volte di venire da voi.

[23] Ora però, non trovando più un campo d'azione in queste regioni e avendo già da parecchi anni un vivo desiderio di venire da voi,

[24] quando andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza.

[25] Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a quella comunità;

[26] la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto fare una colletta a favore dei poveri che sono nella comunità di Gerusalemme.

[27] L'hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere un servizio sacro nelle loro necessità materiali.

[28] Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò in Spagna passando da voi.

[29] E so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della benedizione di Cristo.

[30] Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio,

[31] perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme torni gradito a quella comunità,

[32] sicché io possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.

Romani 16

[1] Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre:

[2] ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

[3] Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa,

[4] e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili;

[5] salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo.

[6] Salutate Maria, che ha faticato molto per voi.

[7] Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me.

[8] Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore.

[9] Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.

[10] Salutate Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo.

[11] Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel Signore.

[12] Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore.

[13] Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia.

[14] Salutate Asìncrito, Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro.

[15] Salutate Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono con loro.

[16] Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.

[17] Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro.

[18] Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.

[19] La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male.

[20] Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.

[21] Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, Sosìpatro, miei parenti.

[22] Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera.

[23] Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.

[25] A colui che ha il potere di confermarvi secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni,

[26] ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,

[27] a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
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