Lettera San Paolo apostolo ai Romani - cap. 8 - Parrocchia Sant'Ignazio da Laconi Serramanna

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Lettera San Paolo apostolo ai Romani - cap. 8

Catechesi

Romani 8

Catechesi a cura del prof. Daniele Cordedda
Parrocchia Sant'Ignazio da Laconi
Serramanna, 18 marzo 2024
Romani 8
[1] Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
[2] Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
[3] Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne,
[4] perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.
[5] Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito.
[6] Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace.
[7] Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero.
[8] Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
[9] Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
[10] E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione.
[11] E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12] Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne;
[13] poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
[14] Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.
[15] E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!".
[16] Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
[17] E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
[18] Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
[19] La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio;
[20] essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza
[21] di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
[22] Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;
[23] essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
[24] Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo?
[25] Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
[26] Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili;
[27] e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
[28] Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
[29] Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli;
[30] quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
[31] Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
[32] Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?
[33] Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.
[34] Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
[35] Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
[36] Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.
[37] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.
[38] Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire,
[39] né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

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